martedì 5 gennaio 2010

Ordinaria Follia

In macchina i Late Of The Pier
Ballano tutti, urlano e Don Vito e te siete già storditi, le moto degli altri vi stanno dietro.

Arriviamo tra poco.

Entri nel pub, puzza di sigarette e chiuso, (Cazzo che puzza allucinante) gli occhi bruciano e il naso si arriccia dandoti un'espressione schifata. Il barista dietro il bancone ti guada, (Eddai su! Non posso farmi sgamare mentre sto pensando a quanto questo locale possa essere puzzolente e squallido!) e ti giri dall'altra parte. (Dove sono gli altri?!) Sempre i soliti, eccoli, dietro il portone in vetro e legno che finiscono di corsa gli ultimi tiri di sigaretta.
Entrano uno dopo l'altro in fila, cercando di non sbattersi la porta addosso e cercando di non far entrare troppo freddo, è gennaio.
Ti avvicini al bancone, con dietro l'orda barbarica di scellerati pronti a svuotare il l
ocale di tutti gli alcolici.
"Che facciamo? Ordiniamo subito o saliamo a cercare un posto?", chiedi speranzoso di poter ordinare qualcosa.
"Ma che?! Saliamo su!", ti rispondono guardandosi tutti negli occhi, si sa già da ora come finirà la serata. Ma tu forse speri che non sarà così. E sali le scale, accanto al bagno "Trainspotting", sono alte e strette. (Oddio che cappa!) Scuoti la testa a occhi sbarrati, appena le spalle arrivano all'altezza del pavimento, c'è una cappa di fumo e sigarette che potrebbe uccidere Polifemo.
"Che cappa porca troia
!" dicono da dietro, "Senti che buon profumo oh!", dice Simone ridendo. C'è odore di qualcosa di illegale in fondo alla sala, è forte e penetrante. Torni indietro, cerchi un tavolo per otto...impresa impossibile.
"C'è un posto là!", indichi un tavolo piccolissimo accanto alle scale, di tutta risposta: "Ma è troppo piccolo Emì! E' da quattro! Noi siamo otto!"
"Capiraiiii, c'è la panca c'entriamo tutti!", rispondi, corri a occupare il tavolino per quattro, per te non c'è posto, era ovvio. (Dovrò passare la serata a sedermi sulle ginocchia di qualcuno... che palle!) Simone mi fa cenno battendosi la
mano sulla gamba, di sedermi lì. (Ok ok, però ho voglia di bere!)
Come se mi leggesse
nel pensiero Ester mi guarda sorride cercando qualcosa nella borsa. Tira fuori il portafoglio.
"Andiamo a bere Amore?", ti sbilanci subito cercando di afferrare la tua roba sommersa tra mille giacconi pesanti invernali e ingombranti. (Se ci fosse meno casino qua sopra troverei tutto subito)
E scendi con passo veloce, sei ancora sobrio, siamo tutti abbastanza sani, forse tu e Don no, quel vino subito dopo cena vi ha un po' appesantito.
Ti avvicini al bancone, "Due pinte di birra thanks!". Le dita tamburellano impazienti sul bancone imbevuto di birra ed acqua. (Ma
quanto costano queste benedette birre?! Non mi ricordo porc..) Ecco le pinte!
Sei felice, sali le scale ridendo, guardi indietro per vedere se Don ti segue ancora..eccola. Nel boccale un maremoto e la cappa che si avvicina pesante. Nella testa hai sempre un pezzo di quella maledetta canzone, la fine di Focker batte forte nella testa.

Chi ha ordinato posa il bicchiere battendolo sul tavolo, la metà di noi non ha ancora preso niente, non sanno che si beve nel locale e chi già c'è andato non ha voglia di parlarne (Cazzo scendi e chiedi no!) (Perché non arriva?! Se non viene ora che siamo tutti sobri almeno non faccio la solita figura da testa di cazzo!) (Oddio, basta Emilia, sembri una dodicenne innamorata di Billy Idol, finiscila sei ridicola) Troppi pensieri insieme, nemmeno in
izi a bere che sei già a questi livelli.

Non si può ancora brindare, non hanno preso ancora nulla.
Simone: "Guardami ne
gli occhi! Alla salute"
Brindi, gli altri nessuna offesa, si sa che finisce così quando si è troppo indecisi. Bevi un sorso, in piedi, è meglio hai mal di schiena seduto sulle gambe altrui, le ossa del sedere penetrano nella coscia. Battute pesanti girano per il nostro tavolo. (Che schifo bro!)
"Emì! Mi vai a prendere un Disaronno?" (Eccheccazzo!)
E' così se sei l'unico in piedi.
"Qualcuno vuole qualcos'altro?", chiedi in modo un po' brusco, (L'ho detto come una cameriera dei film Americani, tipo que
lle che masticano la gomma a bocca aperta tenendo il caffè freddo in mano AHAHAHA) ridi da sol..
"Anche io un Disaronno! E se non c'è una Moretti!", non ascolti, e se stessi ascoltando potresti dire che lì non fanno Moretti e che
il Disaronno a quell'ora nei locali è già finito. Prendi i soldi e ti avvicini alle scale pronto a scenderle attaccato al muro come una cozza ad uno scoglio. Don si alza viene con te: "Ma che fai?! Sei donna non puoi andare a prendere tu da bere!", ride. E tu ridi. Il perché non lo sai e credi nemmeno lei lo sappia.
(Chissà se c'è di sotto)

Non c'è.

Torni su. Non hanno niente di quello che hanno chiesto come già sapevi, ma volevi comunque alzarti.
"Non c'era niente, scendete se volete qualcosa, solo birra", dici sbattendo i soldi che ti avevano dato. Mani ovunque che af
ferrano i pezzi da dieci come fossero pezzi da cento. Scendono. Tu trovi posto e bevi ancora un po' della birra.
Tornano subito, tutti con in mano una birra a testa, "Quanti gradi è?", chiedi poggiando la faccia sulla mano bagnata dall'acqua del bicchiere, poco ti importa. "Dieci, mica come quella che ti stai bevendo tu!". Offesa.
"Senti cocco, la mia anche è da dieci gradi", e ridi perché capisci benissimo l'inutilità del discorso.
Ti sfidano, bere a chicchetto gli ultimi sorsi di birra. (Ok, dai) "GiùGiùGiùGiù!", urlano tutti, fanno il tifo per nessuno e per tutti, siamo sulla stessa barca ora. "GiùGiùGiù!", battono le mani.
TOC
TOC
TOC
Le birre toccano il tavolo una dopo l'altra, chissà chi avrà vinto, nemmeno chi tifava lo sa e soprattutto non importa a
nessuno.

I bicchieri vuoti, il tavolo pieno di cenere, arrivano. Oramai poco ti importa di chi c'è o chi non c'è. (Stupida, stupido... siamo dei coglioni) Ester interrompe un discorso, ti guarda: "Amore! Rum?", sorride.
"No. Non riesco a cicchetto", continua il suo discorso. Simone scende, va a prenderti un'altra birra. (Non ci sto già capendo niente uff)
I tavoli sono diventati due, troppa gente! Ti alzi scocciato. Inizi a fare avanti e indietro in attesa, (Oh! Ma questa la conosco... chi è? Chi è? AHHHHHHHHHHH è la Gaudi!) chissà che cosa ci fa qua.
Seduto sul tavolo guardi le volti di chi hai incontrato, ti scusi, "Ragazzi, non è che avreste una sigaretta da offrirmi?", e uno con capp
ello di Zara e occhiali da sole verdi e neri ti allunga una cicca. (Che cazzo tiene a fare questo gli occhiali in un locale e di notte?) Poco male hai rimediato da fumare. Prendi il cappello e gli occhiali, l'indossi e ridi. Parlano, Gaudi ti fa domande, non capisci niente e rispondi a caso mentre sorseggi la birra.
"Don! In bagno!?".

Scendi le scale
attaccato al muro, senti ogni gradino battere, cedono le ginocchia. Al bagno c'è la fila, come sempre.
Entriamo, ti abbassi i pantaloni (Cazzo difficile fare centro! E' troppo alto.) Non si può toccare niente in quel posto, dovrebbero scrivere sulla porta "ATTENZIONE! RISCHIO LEBBRA" e sotto "Respirate poco".
Ester ti guarda un'attimo mentre sei in quella posizione ridicola.
"Emì stai a novanta AHAHAH!", tu e lei ridete sempre a queste battute da locanda. Ti guardi allo specchio mentre aspetti che anche lei
finisca. Ti guardi allo specchio bevi un poco d'acqua, dice a bassa voce, "Come Lily Allen", e ride mentre si tira su i pantaloni.

Esci dal locale, scazzato. E' successo di tutto. Sono caduti tavoli, hanno rotto bicchieri, Simone ha battuto la testa, quasi se la rompeva e per terra un lago di alcool. Ci cacciano dal locale. (Che pena. Voglio andare in macchina) Lo dici, e non ti ascolta nessuno. Tutti presi dalla propria sbronza e da una abbastanza pesante presa da M. (Ho sonno. Sti cazzi dei piagnistei! Voglio dormire!) Diventi nervoso quando non ti danno retta.
Non importa a nessuno della figura becera che abbiamo fatto facendoci cacciare, nemmeno tu ci pensi più. Ora sei preso dal riuscire a fare di nuovo pipì, ma sta volta dietro una macchina, con gli altri che si calmano a vicenda dal
l'altra parte. Uno su tutti è sobrio. (Poraccio) pensi. Ci incamminiamo dopo tre ore al freddo a riprenderci, non hai messo la giacca, è zuppa della birra di qualcuno e puzza di marcio. Era nuova.
Ficchi due dita in gola a M. lo sostieni, calo di pressione per te, ansia per tutti. Le mani puzzano di succhi gastrici altrui. Ma almeno sei sobrio, queste cose te la fanno passare subito la sbronza perché ti spaventi.
In macchina mozz
ichi e canzoni Comuniste e Fasciste, cerchiamo tutti di non pensare a quello che abbiamo passato. (Stronzi. Siamo tutti STRONZI. Ma come faceva quella canzone?!).

One,Two, Uhh Uhh

Esy.

2 commenti:

  1. bella!! bellissima idea ;-)
    i miei complimenti!!

    Dedi

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  2. Grazie tante! Se vuoi continua a leggere le storie che pubblicherò, mi farebbe piacere ricevere opinioni.

    Baci

    E.

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